Dolfin (famiglia)

Disambiguazione – Se stai cercando la famiglia genovese omonima, anche citata come Delfini, Delfino e Delfin, vedi Delfini (famiglia).
Dolfin
D'azzurro, a tre delfini d'oro l'uno sull'altro.[1]
StatoRepubblica di Venezia (bandiera) Repubblica di Venezia
Stato Pontificio
Repubblica di Firenze[N 1]
Occupazione francese della Repubblica di Venezia[2]
Repubblica Italiana

Regno d'Italia
Regno Lombardo-Veneto
Impero austriaco
Regno d'Italia
Repubblica Italiana[3]

Titoli
FondatoreGiovanni Gradenigo (leggenda)
Data di fondazionefra il V e il IX secolo
Data di estinzionefiorente
Etniaitaliana
Rami cadettiDolfin di San Canciano
[N 2]

Dolfin di San Pantalon (1521-1798)
[N 2] Dolfin di San Polo
[N 2]

Niccolò Bambini, Apotesosi di Venezia e quadrature, 1714, affreschi del salone di Ca' Dolfin (ora Università Ca' Foscari)

I Dolfin (talvolta italianizzati in Delfino, Delfini e Delfin) sono una famiglia nobile veneziana. Già inclusa nel patriziato in quanto famiglia evangelica, è considerata una delle più cospicue, potenti e antiche (Longhi) della storia della Serenissima.

Tra i suoi appartenenti, Giovanni Dolfin ricoprì il ruolo di doge della Repubblica di Venezia. Numerosi membri della famiglia fuorono uomini di chiesa al servizio del papa in qualità di vescovi e cardinali. I discendenti della famiglia, nel corso dei secoli, hanno ricoperto importanti ruoli politici.

Storia

Cronaca Pseudo-Giustiniana

La Cronaca Pseudo-Giustiniana menziona i Dolfin tra le "case vecchie" dei Proles Nobilium Venetorum[5] che, insieme ai Gradenigo, formavano un unico casato appartenente ad un'élite di tribuni che governarono le isole venete in tempi di dominio bizantino.[6] Sempre secondo la cronaca, i Dolfin-Gradenigo provenivano dai tribuni di Torcello soprannominati Gradensicus, perché discendenti di Gardocus, patrizio romano, della gens Memia, fondatore della città di Grado, ed i cui discendenti fuggirono da Aquileia a Torcello dopo le invasioni barbariche della penisola italiana nell'anno 452.[7]

Altre cronache post-imperiali indicano Giovanni Gradenigo, vissuto attorno al 1040 (altri lo collocano verso il 452, quando vivevano ancora in terraferma,[8] altri ancora nel IX secolo)[9], come probabile capostipite, in quanto soprannominato "Delfino" per una sua gibbosità o per l'abilità nel nuoto.[2][3] Per questo motivo, entrambe le famiglie vengono spesso considerate come un unico "clan" e annoverate tra le "case vecchie", il gruppo più prestigioso del patriziato veneziano.[10] Taluni, invece, li ritengono derivati dai Memmo.[3]

Tuttavia, di queste informazioni sull'origine della famiglia, mancano riscontri documentari, pertanto nulla di certo si può dire dei Dolfin sino al 997, quando un Giovanni Dolfin e un suo omonimo sottoscrissero un accordo tra alcune famiglie veneziane.[8] Nel 1074, in una convenzione a favore del patriarcato di Grado, compare il nome di Piero Dolfin,[8] mentre nel 1095 Domenico Dolfin, detto della Ca' Grande, risulta procuratore di San Marco. Nel 1114 ricopriva la medesima carica suo figlio Giovanni, e così un Guglielmo Dolfin da Santa Sofia nel 1155.[3]

Inizio della genealogia

La precisa genealogia dei Dolfin ci è nota a partire da un Gregorio, che fu duca di Candia nel 1240. Allo stesso è attribuito il disegno dello stemma odierno, in sostituzione di un precedente che riportava un solo delfino d'oro.[11] La scelta dei tre delfini nell'odierno scudo è ignota: probabilmente è un riferimento ai tre figli maschi di Gregorio, oppure ai vari significati simbolici del numero 3.[8]

I Dolfin furono una delle famiglie più attive nella vita pubblica veneziana, già prima della Serrata del Maggior Consiglio del 1297, mantenendo un ruolo di primo piano anche nel XIV secolo. Nel medesimo periodo cominciarono ad interessarsi agli affari in Oriente.[3]

In questo periodo di grande splendore spicca la figura di Giovanni di Benedetto (1303 ca.-1361), prima diplomatico presso l'impero Bizantino, quindi combattente nella guerra del 1350-54 contro la Repubblica di Genova, infine eletto doge nel 1356, incarico che ricoprì fino alla sua morte, avvenuta cinque anni dopo.[3]

A consolidare l'ascesa della famiglia vi fu anche una fiorente attività finanziaria, intrapresa dai cosiddetti Dolfin dal Banco. Addirittura, sino al Cinquecento, quando lo Stato monopolizzò la compravendita di denaro, essi risultano talmente assorbiti da questi impegni che la loro partecipazione alla vita pubblica sembra affievolirsi.[3]

Palazzo Dolfin Manin fu commissionato da Giovanni (detto Zuanne), figlio di Lorenzo del ramo di S. Salvador di Riva del Ferro,[12] fra l'altro, membro della Compagnia della Calza e degli Accesi: quarto figlio di sei, di Giovanni e di Chiara Vendramin, fu Andrea (1541-1602), procuratore di San Marco.[12] Da non confondersi quest'ultimo con il banchiere Andrea (1508-1573), di Giovanni (detto Zuanne) di Daniele (tutti esponenti del ramo, già citato, detto del Banco), membro del Consiglio dei Dieci, sposato con Cristina Mocenigo, dai quali si ricordano fra i figli: Giovanni (1529-1584) vescovo di Torcello e Brescia, Daniele (1530-1572), Benedetto (1539-1615), Leonardo (†1576).[12]

Tornarono successivamente in auge, orientandosi prevalentemente verso gli incarichi diplomatici. Il membro più illustre di questi secoli è indubbiamente Giovanni (1545-1622), figlio di Giuseppe (detto Iseppo), ambasciatore nella Confederazione polacco-lituana, Spagna asburgica, Regno di Francia e Santa Sede, camerlengo, vescovo e cardinale.[3]

Tra il XVII e il XVIII secolo alcuni membri si distinsero nelle imprese navali contro l'Impero Ottomano: Giuseppe di Nicolò (1622-1657) prese parte alla spedizione dei Dardanelli del 1654, mentre Daniele detto Girolamo (1656-1729) partecipò alla guerra di Morea del 1684 e sconfisse le navi ottomane a Metelino,[3] vincendo dunque la battaglia.

Uno dei rami era quello di San Pantalon,[8] estintosi nel 1798 con la morte di Daniele Andrea, il quale coprì numerose cariche politiche sia sotto la Serenissima, in qualità di ambasciatore sia presso il Sacro Romano Impero[13] che sotto i Francesi.[2] Egli ebbe modo di avere un rapporto epistolario con lo statista americano Beniamino Franklin: ciò gli permise di intraprendere l'introduzione del parafulmine e della stufa Franklin[14] nell'allora Venezia occupata. Questo scambio non fu solo amicale, bensì anche diplomatico: Daniele Andrea infatti ebbe il ruolo, in qualità di ambasciatore, di portare in Senato la richiesta statunitense di redigere un trattato di amicizia e commercio con la Serenissima.[15] Il testo recita:

Settembre 1784

A Sua Eccellenza il Cavalier Delfino Ambasciatore della Repubblica di Venezia in Passy presso Parigi,

Signore! gli Stati generali d'America radunati in Congresso giudicando che una corrispondenza fondata sui principii di eguaglianza, reciprocità ed amicizia fra i detti Stati Uniti e la Serenissima Repubblica possa essere di scambievole vantaggio ad ambe le nazioni, in data del 12 di maggio passato spiccarono le loro commissioni sotto il sigillo dei medesimi Stati ai sottoscritti, come lor ministri plenipotenziarii, dando ad essi o alla lor maggiorità la plenipotenza ed autorità di conferire e negoziare per gli Stati stessi ed in pro nome con l'ambasciatore della Serenissima Repubblica di Venezia, munito che sia del necessario potere relativo ad un trattato d'amicizia e di commercio, di fare e ricevere proposizioni per tale trattato, concludere e sottoscrivere lo stesso, trasmettendolo ai suddetti Stati Uniti radunati in Congresso, per la finale ratificazione. Noi abbiamo ora l'onore d'informare V. E. d'aver ricevuto questa commissione nella dovuta forma ed esser qui pronti ad entrare nelle negoziazioni, ogni qual volta sarà Lei fornita d' una plenipotenza dalla detta serenissima Repubblica di Venezia a tale oggetto.

Abbiamo inoltre l'onore di chiedere da V. E. che voglia ciò partecipare alla di lei Corte e di essere con tutto il rispetto Di V. E. umilissimi obbedientissimi servitori

John Adams, Benjamin Franklin, Thomas Jefferson[N 3]

Periodo post-illuminista

Nel XIX secolo la famiglia fece parte dell'alta nobiltà del Regno Lombardo-Veneto, appartenente dunque alla Monarchia asburgica. Nel 1817 la famiglia ottenne la conferma nobiliare italo-austriaca e fra il 1819 e il 1820 lo status di conte austriaco. La famiglia servì anche l'imperatore d'Austria[16]: i conti Leonardo e Giovambattista Dolfin-Boldù in qualità di ciambellani nel 1838[17][18][19], mentre l'Imperatrice nominò la moglie del primo,[20] Anna Maria Coninck, Dama dell'Ordine della Croce stellata nel 1825,[21] mentre Lucrezia Dolfin come sua dama di compagnia nel 1839.[22] Nel 1841 Leonardo Dolfin ottenne ufficialmente la nobiltà dell'Impero Austriaco.[23]

Enrico Dolfin, nato probabilmente nel 1911 e morto a Roma il 22 novembre 1992, sposò Bianca Lanza di Casalanza. Il Conte nel 1983 ha lasciato all'Istituto Etnografico della Sardegna l'archivio di Giorgio Asproni (1807-1876) di cui la madre di Enrico Dolfin, una Asproni, era discendente in quanto nipote di Giorgio Asproni (1841-1936).[senza fonte]

Nel XX secolo spicca la figura di Enzo, laureato in scienze politiche alla Farnesina (allora università) ed allenatore della Reggina e del Catanzaro. Ad oggi la famiglia sussiste.[3]

Membri illustri

Come accadde per molte altre famiglie nobiliari, la famiglia Dolfin diede alla Chiesa cattolica numerosi prelati, tra cui vari cardinali, patriarchi e arcivescovi.

Cardinali

Cardinali di Santa Romana Chiesa
Immagine Stemma Nome Nascita Creato cardinale Morte Incarichi cardinalizi Incarichi vescovili/arcivescovili e/o altri
Zaccaria Dolfin 29 marzo 1527 12 marzo 1565 da papa Pio IV 29 dicembre 1583 Nunzio apostolico in Austria (1553-1556) (1561-1565)

Cardinale presbitero di Santa Maria in Aquiro (1565-1578)

Cardinale presbitero di Santo Stefano al Monte Celio (1578-1579)

Cardinale presbitero di Sant'Anastasia (1579-1583)

Cardinale conciliare

Camerlengo del Collegio Cardinalizio (1582-1583)

Vescovo di Lesina (1553-1574)
Giovanni Dolfin 15 dicembre 1545 9 giugno 1604 da papa Clemente VIII 25 novembre 1622 Cardinale presbitero di San Matteo in Merulana (1604-1605)

Cardinale presbitero di San Marco (1605-1621)

Camerlengo del Collegio Cardinalizio (1619-1620)

Cardinale presbitero di San Girolamo dei Croati (1621-1622)

Cardinale presbitero di San Carlo ai Catinari (1622)

Ambasciatore in nella Confederazione polacco-lituana, Francia, Spagna e Santa Sede

Vescovo di Vicenza (1604-1606)
Giovanni Dolfin 22 aprile 1617 7 marzo 1667 da papa Alessandro VII 20 luglio 1699 Cardinale presbitero di San Salvatore in Lauro (1667-1670)

Cardinale presbitero dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia (1670-1699)

Vescovo titolare di Tagaste (1656-1657)

Vescovo coadiutore di Aquileia (1656-1657)

Patriarca di Aquileia (1657-1699)

Daniele "Marco" Dolfin 5 ottobre 1653 14 novembre 1699 da papa Innocenzo XII 5 agosto 1704 Nunzio apostolico in Francia (1696-1700)

Cardinale presbitero di Santa Susanna (1700-1704)

Abate commendatario di Vangadizza (1689-1704)

Vice-Legato di Avignone (1692-1696)

Arcivescovo-vescovo di Brescia (1698-1704)

Arcivescovo titolare di Damasco (1696-1698)

Daniele Dolfin 22 gennaio 1688 10 aprile 1747 da papa Benedetto XIV 13 marzo 1762 Cardinale presbitero di Santa Maria sopra Minerva (1747-1758)

Cardinale presbitero di San Marco (1758-1762)

Vescovo titolare di Aureliopoli di Lidia (1714-1734)

Vescovo coadiutore di Aquileia (1714-1734)

Ultimo Patriarca di Aquileia (1734-1751)

Primo Arcivescovo metropolita di Udine (1752-1762)

Vescovi

Arcivescovi di Santa Romana Chiesa
Immagine Stemma Nome Nascita Nominato/Consacrato o Elevato arcivescovo Morte Incarichi arcivescovili Altri incarichi
Angelo Dolfin ignota 19 agosto 1336 Vescovo di Castello (1328-1336) Preposito di Ravenna [24]

Arcipresbitero di Padova [24]

Orso Dolfin 1353 o 1354 1367 Vescovo di Capodistria (1347-1349)

Arcivescovo di Candia (1349-1361)

Patriarca di Grado (1361-1367)

Amministratore apostolico di Candia (1361-1363)

Amministratore apostolico di Modone (1363-1367)

Leonardo Dolfin 1353 o 1354 inizio del 1415 Vescovo di Cittanova dell'Estuario (1382-1387)

Arcivescovo di Creta (1387-1392)

Arcivescovo, titolo personale, di Castello (1392-1401)

Patriarca di Alessandria d'Egitto (1401-1402)

Amministratore apostolico di Cittanova d'Istria (1401-1408)

Arcivescovo di Creta (Candia) (1408-1415)

Giovanni Dolfin 30 maggio 1529 3 gennaio 1563 da papa Pio IV 1º maggio 1584 Vescovo di Torcello (1563-1579)

Vescovo di Brescia (1579-1584)

Gentile Dolfin 1559 circa 18 dicembre 1596 da papa Clemente VIII 4 marzo 1601 Vescovo di Camerino (1596-1601)
Dionisio Dolfin 1663 13 agosto 1734 Patriarca di Aquileia (1579-1584)
Giovanni Paolo Dolfin C.R.L. 4 gennaio 1736 Nominato il 27 giugno 1774 da papa Clemente XIV

Consacrato il 3 luglio 1774 dal cardinale Lodovico Calini

19 maggio 1819 Vescovo di Ceneda (1774-1777)

Vescovo di Bergamo (1777-1819)

Abati

Abati di Santa Romana Chiesa
Immagine Stemma Nome Nascita Nominato abate Morte Incarichi
Pietro Dolfin

O.B.S. Cam.

25 novembre 1444 15 gennaio 1525 15 gennaio 1525 Generale dell'Ordine camaldolese (1471-1514)

Politici

Politici
Immagine Stemma Nome Nascita Morte Incarichi
Giovanni Dolfin Venezia, 1303 Venezia, 12 luglio 1361 Giudice di petizion (1345)

Procuratore di San Marco de supra (1350)

57º doge della Repubblica di Venezia (1356-1361)

Daniele IV Girolamo Dolfin, di Daniele II Venezia, 1656 Mestre, 14 aprile 1729 Provveditore Generale delle Isole (1699)

Provveditore Generale da Mar (1714-1716)

Ambasciatore nella Confederazione polacco-lituana (1717)

Daniele I Andrea, di Daniele I Giovanni Venezia, 22 aprile 1748 Padova, 1798 Capitano e vicepodestà di Verona (1775-1777)
Ambasciatore della Serenissima presso il Regno di Francia (1780-1786)
Ambasciatore della Serenissima presso il Sacro Romano Impero (1786-1793)

Savio del Consiglio dei dieci (1793, 1795 e 1796)

Altre figure

Linea genealogica del ramo San Pantalon

Il ramo cadetto più noto dei Dolfin, il San Pantalon, prende il nome dalla chiesa omonima ubicata a Venezia. Esso è costellato di personalità religiose e di spicco della politica veneziana: nasce col Doge Giovanni Dolfin all'inizio del XVI secolo e finisce con la morte, nel 1798, dell'ambasciatore Daniele Andrea Dolfin, in quanto i figli gli furono premorti.[25]

 Benedetto
*~14791527
 
  
 Iseppo
*15211585
Piero
 
             
Lucia
Cecilia
Orsa
Benedetto
*15431603
Daniele
*1545 †?

Giovanni
*15451622
Daniele
*15491623

Dionisio
*15561626
Pietro
*1557 †?
Andrea
*15591600
Fiordalisa
Elisabetta
Pietro
*~15621593
   
          
Giuseppe
*15791580
Giuseppe
*15801626
Nicolò
*15811644
Giovanni Pietro
*15891659
Giovan Battista
*15911637
Daniele Dolfin III
*15931631
Dionisio Dolfin II
*15961634
 Giuseppe
*15821623
Giovanni I
*15831616
 Nicolò
*15911669
 
         
 Giovanni Pietro
*1611 †?

Giovanni
*16171699
Marietta
Pietro Carlo
*1618 †?
Giuseppe
*16221657
Dionisio
*16241671
Marcantonio
*16251668
Daniele IV
*1629 †?
Daniele II Andrea
*1631 †~1707
 
     
 Daniele I Nicolò
*1652 †~1723

Daniele II Marco
*16531704
Daniele III Zuane [N 4]
*~16541729
Daniele IV Gerolamo
*~16561729

Dionisio
*~16631734
 
  
 
Daniele III Daniél
*16881762
Daniele IV Andrea
*~1689 †?
 
 
 Daniele I Giovanni
*17251752
 
 
 Daniele I Andrea
*17481798

Palazzi

Veneto

Venezia

Venezia provincia
  • Casa Fiandra Dolfin (Mirano)
  • Ca' Dolfin, Lippomano, Querini (Cavarzere)
  • Villa Dolfin, Fontana, Nascetti, De Ferrari (Scorzè)

Padova

  • Villa Dolfin Boldù (Este)
  • Palazzo Papadopoli Dolfin Boldù (Padova)
  • Palazzo Dolfin Compostella (Padova)
  • Villa Dolfin Dal Martello detta "La Mincana" (Carrara San Giorgio)
  • Villa Nave, Querini, Correr, Dolfin, Compostella, detta "Ca' Nave" (Cittadella)

Rovigo

Treviso

Vicenza

Fiuli-Venezia-Giulia

Pordenone

Udine

Lombardia

Crema

Armoriale

Nel corso dei secoli lo stemma dei Dolfin è cambiato due volte, confermando lo stemma col triplo delfino del 1240, voluto da Gregorio duca di Candia.[11]

Galleria d'immagini

Nella cultura di massa

  • La trama del giallo di Donna Leon del 2000, Friends in High Places, ambientata nella Venezia contemporanea, coinvolge gli attuali discendenti (immaginari) della famiglia Dolfin, i quali sono eccessivamente orgogliosi della loro discendenza dal doge del XIV secolo.
  • Caterina Dolfin è la protagonista, assieme a Andrea Tron che fu so marito, del romanzo storico L'amante del Doge, di Carla Maria Russo. La vicenda prende spunto dalla loro relazione, molto discussa nella Venezia del Settecento, e inizia nell'anno 1755, il primo del loro amore.

Note

Esplicative

  1. ^ vedi Pietro Dolfin
  2. ^ a b c Anche se questi rami si dividono dalla famiglia principale, non bisogna vederle come dei veri e propri rami cadetti della famiglia. Questo perché esse non hanno uno stemma diverso da quello principale. Un altro motivo è, per via della copiosità con la quale la famiglia procreava e l'utilizzo ciclico degli stessi nomi, l'aggiunta della località veneziana (sestieri) per differenziare i nuclei familiari e la loro discendenza.
  3. ^ Secondo le ricerche di Samuele Romanin, la lettera in questione in lingua inglese con le sottoscrizioni autografate si trova nella raccolta dei dispacci in Francia dello stesso Daniele, nella filza 261 dell'Archivio.
  4. ^ Daniel 3° Zuanne, cavaliere della Stola d'Oro e bailo a Costantinopoli, sposò Bianca Bembo Valier, erede del fedecommesso voluto dal doge Silvestro Valier a favore del congiunto Silvestro Bembo (discendente della zia materna Bianca moglie di Benedetto Bembo) con l'obbligo di aggiungere al proprio il cognome Valier. Crf. I palazzi veneziani, testo di Alvise Zorzi; fotografie di Paolo Marton, Udine, Magnus, 1989, p.479.
  5. ^ a b Stemma utilizzato nel periodo della monarchia asburgica.

Fonti

  1. ^ Alessandro Augusto Monti Della Corte, Armerista bresciano, camuno, benacense e di Valsabbia, Brescia, Tipolitografia Geroldi, 1974.
  2. ^ a b c Giuseppe Tassini, Curiosità Veneziane, note integrative e revisione a cura di Marina Crivellari Bizio, Franco Filippi, Andrea Perego, Vol. 1, Venezia, Filippi Editore, 2009 [1863], p. 221.
  3. ^ a b c d e f g h i j Roberto Cessi, Dolfin, in Enciclopedia Italiana, vol. 13, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1932, p. 100. URL consultato il 2 luglio 2015.
  4. ^ https://accademiaaraldicanobiliare.com/elenco-nobiliari/lettere-a-f/
  5. ^ La formazione della nobiltà dopo la Serrata - Treccani, su Treccani. URL consultato il 30 novembre 2023.
  6. ^ Andrea Castagnetti, La società veneziana nel medioevo. I. Dai tribuni ai giudici, Verona, 1992, pp.153. URL consultato il 30 novembre 2023.
  7. ^ Roberto Cessi, Venetiarum historia vulgo Petro Iustiniano Iustiniani filio adiudicata, Deputazione di storia patria per le Veneze, 1964, pp. 256-258. URL consultato il 13 gennaio 2025.
  8. ^ a b c d e Diego Mantoan, Otello Quaino, I Dolfin e la loro dimora veneziana. Vicende attorno a una nobile famiglia e al palazzo di San Pantalon, in Ca' Dolfin e i Cadolfiniani. Storia di un collegio universitario a Venezia, Vol. 2, Venezia, Edizioni Ca' Foscari, 2014, pp. 173-205.
  9. ^ A.-L. d'Harmonville (a cura di), Delfini o Delfino, in Dizionario delle date, dei fatti, luoghi ed uomini storici, o repertorio alfabetico di cronologia universale, Vol. 2, Venezia, Antonelli Editore, 1864, p. 780.
  10. ^ Stanley Chojnacki, La formazione della nobiltà dopo la Serrata, in Storia di Venezia, Vol. 3 - La formazione dello Stato patrizio - Diritto, finanze, economia, Treccani, 1997.
  11. ^ a b c Gilberto Ganzer, Splendori di una dinastia: l'eredità europea dei Manin e dei Dolfin, Electa, 1996, p. 43, ISBN 978-88-435-5752-3.
  12. ^ a b c Francesca Borgo, Il procuratore e il banchiere: una nota per Andrea Dolfin, in Studi Veneziani, n.s. LVIII, 2009.
  13. ^ B. G. D., Dizionario biografico degli italiani. I, II, in Books Abroad, vol. 35, n. 4, 1961, pp. 386, DOI:10.2307/40116244. URL consultato il 3 dicembre 2023.
  14. ^ Leonard W. Labaree, The Papers of Benjamin Franklin: January 6, 1706 through December 31, 1734., in The American Historical Review, III, Yale University Press, 1° ottobre 1960, DOI:10.1086/ahr/66.1.170. URL consultato il 1º dicembre 2023.
  15. ^ Samuele Romanin, Storia documentata di Venezia, Vol. VIII, Venezia, P. Naratovich, 1859, p. 230. URL consultato il 13 gennaio 2025.
  16. ^ GHdA (Manuale genealogico della nobiltà austriaca), Adelslexikon, Volume II, p. 518f. Limburg an der Lahn, 1974.
  17. ^ Johann Josef Schindler, Galleria degli stemmi dell'alta nobiltà di tutte le province dello stato imperiale austriaco, volume VI, Vienna, 1836 (Copia digitale).
  18. ^ L'Osservatore Austriaco (Der Oesterreiche Beobachter), 1838, pagina 1326.
  19. ^ Manuale della Corte e dello Stato dell'Impero austriaco, pagina 97, Vienna, 1847.
  20. ^ F. Schröder: Repertorio genealogico delle famiglie confermate nobili e dei titolati nobili esistenti nelle provincie Venete, Volume I, pagina 463. Venezia, 1830.
  21. ^ (DE) Kayserlicher Und Königlicher Wie auch Ertzhertzoglicher Dann Dero Haupt- und Residentz-Stadt Wien Staats- und Standes-Calender, Auf das Gnaden-reiche Jahr ... Mit einem Schematismo gezieret. Cum privilegio Caesareo speciali, Vol. I, Vienna, Johann Baptist Schönwetter, 1841, p. 79. URL consultato il 12 gennaio 2025.
  22. ^ Calendario domestico per l'Impero Austriaco (Gemeinnütziger und erheiternder Haus-Calender für das österreichische Kaiserthum), pagina 49. Vienna, 1839.
  23. ^ (DE) Zeitschrift für österreichische Rechtsgelehrsamkeit und politische Gesetzkunde: 1841,3, Vienna, Geisinger, 1841, p. 529. URL consultato il 12 gennaio 2025.
  24. ^ a b DOLFIN, Leonardo, detto Angelo - Treccani, su Treccani. URL consultato il 22 maggio 2024.
  25. ^ Daniele Andrea Dolfin, su Treccani. URL consultato il 9 maggio 2024.
  26. ^ Wayback Machine (PDF), su irvv.regione.veneto.it. URL consultato il 12 gennaio 2025 (archiviato dall'url originale il 19 giugno 2024).
  27. ^ Casimiro Freschot, La nobilta veneta o' sia Tutte le famiglie patrizie con le figure de suoi scudi, & arme. Historia di d. Casimiro Freschot, Venezia, appresso Gio. Gabriel Hertz, 1707, p. 308. URL consultato il 12 gennaio 2025.
  28. ^ (DE) Digitale Bibliothek - Münchener Digitalisierungszentrum, su daten.digitale-sammlungen.de, p. 50. URL consultato il 12 gennaio 2025.
  29. ^ Manoscritto 207 - Armoriale friulano a colori, su sbhu.it, Biblioteca Civica Vincenzo Joppi, p. 32. URL consultato il 12 gennaio 2025.
  30. ^ Fabrizio DiMontauto, Manuale di araldica, Firenze, Polistampa, 1999, p. 166, ISBN 978-88-8304-142-6.
  31. ^ (DE) J. A. Tyroff, Wappenbuch der Oesterreichischen Monarchie, Tyroff, 1856, p. 42. URL consultato il 12 gennaio 2025.
  32. ^ (DE) J. A. Tyroff, Wappenbuch der oesterreichischen Monarchie: 6, J. A. Tyroff, 1834, p. 19. URL consultato il 12 gennaio 2025.
  33. ^ Paul Davies, David Hemsoll e Michele Sanmicheli, Michele Sanmicheli, Electa, 2004, p. 244, ISBN 978-88-370-2804-6.

Bibliografia

  • B. G. Dolfin, I Dolfin patrizi veneziani nella storia di Venezia dal 452 al 1923, Milano 1923.
  • Ganzer, Gilberto, Splendori di una dinastia: L'eredita europea dei Manin e dei Dolfin.
  • Cardinale Delfino, patriarca d'Aquileia, Rituale romano illustrato, Bettinelli, Venezia 1749.
  • P. Gradenigo, Ambasciatori veneti, cc. 60, 164, 302, 308v.
  • Giuseppe Bettinelli, Dizionario storico-portatile di tutte le venete patrizie famiglie, Venezia, 1780, p. 61.
  • John Temple Leader, Libro dei nobili veneti: ora per la prima volta messo in luce, Firenze, Tipografia delle Murate, 1866, pp. 35-36.
  • Bortolo Giovanni Dolfin, I Dolfin patrizi veneziani nella storia di Venezia dal 452 al 1923, con la raccolta delle iscrizioni a loro riguardanti., Belluno, Premiata tipografia commerciale, 1912.

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