Ezāfe
L'ezāfe (in persiano اضافه)[1] è una particella grammaticale presente in alcune lingue iraniche e in urdu che lega due parole; nella lingua persiana consiste nelle vocali atone -e o -i (-ye o -yi dopo vocale)[2] poste tra le parole che lega, e corrisponde nell'uso approssimativamente alla preposizione italiana di. Generalmente non viene indicato nelle scrittura[3] poiché nell'alfabeto persiano normalmente non vengono scritte le vocali, ma è indicato nella lingua tagica che è scritta con l'alfabeto cirillico.
Gli usi comuni dell'ezāfe in persiano sono i seguenti:[4]
- possessivo: برادرِ مریم barādar-e Maryam "il fratello di Maryam" (può anche essere utilizzato come pronome possessivo, برادرِ من barādar-e man "mio fratello", ma nel parlato si trova più comunemente come suffisso possessivo: برادرم barādar-am);
- aggettivo qualificativo: برادرِ بزرگ barādar-e bozorg "il fratello maggiore";
- prenome/cognome: Mohammad-e Mosaddeq, آقای مصدق āghā-ye Mosaddeq "il Sign. Mosaddeq".
Oltre al persiano l'ezāfe viene usato anche in altre lingue iraniche e nelle lingue turche che hanno mutuato molte frasi dal persiano. La lingua armena ha il caso genitivo, il quale funziona in maniera simile all'ezāfe e probabilmente il suo uso potrebbe essere stato influenzato da esso portando a costruzioni come Hayastani Hanrapetut'yun "Repubblica d'Armenia" o Sardarapati č̣akatamart "Battaglia di Sardarabad".
Note
- ^ Prende il nome dall'omonima costruzione genitivale dell'arabo.
- ^ La vocale breve "-ِ" (chiamata kasra o kasré) è pronunciata come una e o come una i a seconda dell'accento.
- ^ Simin Abrahams, Modern Persian (Routledge, 2005: ISBN 0-7007-1327-1), p. 25.
- ^ Leila Moshiri, Colloquial Persian (Routledge, 1988: ISBN 0-415-00886-7), pp. 21–23.