Gaio Licinio Varo

Gaio Licinio Varo
Console della Repubblica romana
Nome originaleCaius Licinius Varus
GensLicinia
Consolato236 a.C.

Gaio Licinio Varo[1] (latino: Caius Licinius Varus) (... – ...; fl. III secolo a.C.) è stato un politico e generale romano.

Biografia

Fu eletto console nel 236 a.C. con Publio Cornelio Lentulo Caudino; ad entrambi i consoli fu ordinato di dirigersi con l'esercito verso la pianura Padana per opporsi a delle tribù di Galli, che avevano attraversato le Alpi. Il pericolo fu scongiurato senza alcuno scontro da parte romana grazie alle rivalità ed alle lotte che si erano sviluppate all'interno delle stesse tribù.

A questo punto il Senato ordinò a Varo di portarsi in Corsica per domare le rivolte che erano scoppiate. Varo decise di inviare subito il proprio legato Marco Claudio Glicia per le prime operazioni militari, con l'intenzione di seguirlo in breve tempo. Glicia, di propria iniziativa e senza consultarsi prima né con il console né con il Senato, concluse una pace con i Corsi; Varo al suo arrivo, però, non riconobbe il trattato e combatté contro i Corsi fino a quanto questi si arresero senza porre condizioni.

Molto probabilmente questi è anche il Gaio Licinio che, verso la fine del 219 a.C., fu inviato a Cartagine con altri quattro altri ambasciatori, tutti di età avanzata (si trattava di Quinto Fabio, Marco Livio Salinatore, Lucio Emilio Paolo e Quinto Bebio Tamfilo); si trattò dell'ultima trattativa tra Roma e Cartagine volta ad evitare lo scoppio della seconda guerra punica, dopo l'assedio di Sagunto[2].

Note

  1. ^ William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1, Boston: Little, Brown and Company, Vol.3 pag.1229 n.1, su ancientlibrary.com. URL consultato il 10 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2013).
  2. ^ Livio, XXI, 18.1-2.

Bibliografia

Fonti antiche
Fonti storiografiche moderne

Predecessore Fasti consulares Successore
Lucio Cornelio Lentulo Caudino
e
Quinto Fulvio Flacco
(236 a.C.)
con Publio Cornelio Lentulo Caudino
Tito Manlio Torquato
e
Gaio Atilio Bulbo II