Guilcer
Guilcer subregione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sardegna |
Provincia | Oristano |
Territorio | |
Coordinate | 40°00′N 8°49′E / 40°N 8.816667°E |
Superficie | 348,18 km² |
Abitanti | 14 280 |
Densità | 41,01 ab./km² |
Comuni | Abbasanta, Aidomaggiore, Boroneddu, Ghilarza, Norbello, Paulilatino, Sedilo, Soddì, Tadasuni |
Divisioni confinanti | Barigadu, Campidano di Oristano, Marghine, Montiferru |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
Il Guilcer o Guilcier è una subregione storica e geografica della Sardegna.
Storia
Il nome è un acronimo derivato dall'antico dipartimento post-giudicale denominato Parte Cier Real con il suo capoluogo Guilarze (oggi Ghilarza).
Dopo la battaglia di Macomer nel 1478, dove gli aragonesi sconfissero definitivamente l'esercito del marchesato di Oristano, la contrada del Guilceri, che riuniva alcune decine di centri abitati, venne divisa in Parte Cier Canales (comprendente i territori dei paesi della media valle del Tirso, Sedilo, Domus Novas Canales, e parte di Norbello) che venne assegnata al feudatario di Sedilo, e Parte Cier Real (comprendente i territori di Ghilarza, Abbasanta, Paulilatino, la restante parte di Norbello, Aidomaggiore) che venne infeudato alla Corona. I paesi di Seneghe, Narbolia, Bonarcado e Milis, rimasero al Marchesato di Oristano sotto il nome di Parte Milis o Campidano di Milis
A seguito della sentenza di fellonia contro il Leonardo Alagon, il 12 agosto 1479, re Ferdinando II di Aragona sottrasse il ‘'Guil-cier'’ al Marchesato, assegnandolo in modo indissolubile alla Corona, e dando facoltà agli abitanti di resistere anche con le armi ad ogni tentativo di modifica statuale, senza incorrere in alcuna pena. Il re concesse inoltre ai paesi del '’Guil-Cier'’ il diritto di insegna con stendardo.
Il nome di Parte Cier Real fu comunemente utilizzato nei documenti ufficiali della Corona spagnola, nei documenti sia fiscali sia amministrativi.
Al momento della sua creazione, il territorio di Parte Cier Real contava 6259 abitanti. I terreni seminativi in dotazione si calcolavano in 39.000 starelli di cui 10.000 a Guilarze, 17.000 a Pauli-Latinu, 7.000 ad Abbasanta, 5.000 ad Aidomaggiore.
I diritti feudali che questi villaggi dovevano alla Corona consistevano in diritto di feudo (tassa che si pagava in denaro), diritto di grano ed orzo, diritto di vino, decime del bestiame (degumarum), diritto di paglia ed Alcadia, che si pagavano agli amministratori di ‘'Tanca Regia'’
Questo territorio fu riservato alla Corona spagnola, sottraendolo all'infeudamento, con lo scopo di assicurare il mantenimento dell'allevamento regio dei cavalli di Tanca Regia (allevamento già esistente nel periodo romano tardo-imperiale, proseguito in epoca bizantina, e ripreso dai Giudici di Arborea). In questo territorio gli spagnoli hanno diffuso le loro usanze e la loro lingua (di cui molte parole sono rimaste nei dialetti del Guilcer). La contabilità fiscale rimase distinta per Guilarze e il resto di Parte Cier Real fino al 1490 quando Isabella di Castiglia, sollecitata a finanziare l'avventura di Cristoforo Colombo, ordinò ai suoi esattori un supplemento di prelievo fiscale, peraltro assai pesante. I prelievi così assommati furono notificati in un unicum che descriveva il risultato sia di Guilarze sia di Parte Cier Real, intitolato "Gettito di Guil-Cier". Da allora, sempre più spesso, documenti di atti amministrativi, governativi e fiscali furono riferiti, per semplicità, al contesto territoriale del Guil-Cier, ossia al capoluogo Guilarze e al suo territorio circostante.
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