Kish (città antica)

Kish
Tall al-Uhaymir
Ubicazione di Kish
Civiltàsumera
Utilizzocittà
Epocacirca 3100 a.C.-età ellenistica
Localizzazione
StatoBandiera dell'Iraq Iraq
CittàTall al-Uhaymir
Scavi
ArcheologoFrançois Thureau-Dangin
Mappa di localizzazione
Rovine di una Ziqqurat di Kish

Kish (in sumero KIŠKI, moderna Tell el-Uḥaymir) è un'antica città sumerica situata 12 chilometri a est di Babilonia, nel Sumer, vicino al moderno Tel el-ehêmir, e a circa 80 chilometri a sud di Baghdad, nel governatorato di Babil (Iraq). Nacque nel V-IV millennio a.C. dopo la formazione della prima città sumera di Eridu, che, secondo la tradizione, era ritenuta essere una creazione divina collocata alle origini stesse della formazione del mondo.

Una lista reale sumera afferma che fu la prima città ad avere dei sovrani dopo il diluvio. La divinità protettrice della città era Zababa.

Kish fu il primo grande centro della civiltà sumerica e fra le sue mura vide la luce la prima dinastia di regnanti sumeri con cui si fa iniziare il periodo secondo protodinastico (2700-2600).

A detenere il potere politico di Kish era il re e non l'en, cioè il gran sacerdote. Proprio a testimonianza di ciò, molti regnanti successivi, anche dopo la caduta politica della città, si fregiarono dell'appellativo di Šar kiššati, cioè di Re di Kish.

Il titolo era probabilmente molto più che un vezzo dei potenti. La regione dell'Eufrate del settore di Kish, infatti, aveva un importantissimo peso strategico per tutta la Mesopotamia: chi deteneva il potere su quella zona aveva il controllo su gran parte dei canali di irrigazione che attraversavano tutta la regione.

La città fu abbandonata in età ellenistica.

Archeologia

Il sito archeologico di Kish è costituito da un'area ovale che misura circa 8 km per 3,2 km, divisa in due dall'antico letto del fiume Eufrate, e che include circa 40 colline, delle quali le più grandi sono Uḥaymir e Ingharra. Le principali colline sono:

  • Tall al-Uhaymir - si ritiene che qui sorgesse la città di Kish. Il suo nome significa "la rossa" per il fatto che vi si trovano i mattoni rossi della ziggurat;
  • Tell Ingharra - si ritiene che fosse il sito di Hursagkalamma, a est di Kish, dove sorgeva il tempio di Inanna[1];
  • Tell Khazneh;
  • Tell el-Bender - vi si ritrovarono materiali partici;
  • Collinetta W - vi si rinvennero parecchie tavolette neoassire.

Dopo che al principio del XX secolo iniziarono ad apparire tavolette scavate in maniera irregolare, François Thureau-Dangin identificò il sito con la città di Kish. Quelle tavolette furono disperse tra molti musei. Fra di esse la tavoletta di Kish, datata al periodo Uruk (ca. 3500–3200 a.C.)[2][3], è considerata uno dei primissimi esempi di scrittura.

Una missione archeologica francese guidata da Henri de Genouillac scavò a Tall el-Uḥaymir tra il 1912 e il 1914, ritrovando circa 1 400 tavolette antico-babilonesi, che furono distribuite fra il Museo Archeologico di Istanbul e il Louvre[4]. In seguito, una missione congiunta del Field Museum e dell'Università di Oxford guidata da Stephen Langdon scavò dal 1923 al 1933 e i materiali recuperati furono suddivisi tra Chicago e l'Ashmolean Museum di Oxford[5][6][7][8][9][10][11].

Scavi effettivi a Tell el-Uḥaymir furono effettuati dapprima sotto la guida di E. MacKay e in seguito di L. C. Watelin. I lavori sui reperti di fauna e flora furono eseguiti dall'antropologo Henry Field[12][13].

Più recentemente, una missione giapponese della Kokushikan University guidata da Ken Matsumoto ha effettuato scavi a Tell el-Uḥaymir negli anni 1988, 2000 e 2001. L'ultima campagna durò solo una settimana[14][15][16].

Note

  1. ^ Inanna's Descent to the Underworld translation at ETCSL Archiviato il 30 ottobre 2008 in Internet Archive.
  2. ^ (EN) John L. Hayes, A Manual of Sumerian Grammar and Texts, Undena Publications, p. 266.
  3. ^ (EN) Christopher Woods, The earliest Mesopotamian writing (PDF), in Visible language. Inventions of writing in the ancient Middle East and beyond, Oriental Institute Museum Publications, vol. 32, Chicago, University of Chicago, 2010, pp. 33–50, ISBN 978-1-885923-76-9. URL consultato il 1º febbraio 2023 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2021).
  4. ^ Henri de Genouillac, Fouilles françaises d'El-`Akhymer, Champion, 1924-25
  5. ^ Stephen Langdon, Excavations at Kish I (1923–1924), 1924
  6. ^ Stephen Langdon and L. C. Watelin, Excavations at Kish III (1925–1927), 1930
  7. ^ Stephen Langdon and L. C. Watelin, Excavations at Kish IV (1925–1930), 1934
  8. ^ Henry Field, The Field Museum-Oxford University expedition to Kish, Mesopotamia, 1923–1929, Chicago, Field Museum of Natural History, 1929
  9. ^ P. R. S. Moorey, Kish excavations, 1923–1933: with a microfiche catalogue of the objects in Oxford excavated by the Oxford-Field Museum, Chicago, Expedition to Kish in Iraq, Clarendon Press, 1978, ISBN 0-19-813191-7
  10. ^ S. Langdon and D. B. Harden, Excavations at Kish and Barghuthiat 1933, Iraq, vol. 1, no. 2, pp. 113-136, 1934
  11. ^ S. D. Ross, "The excavations at Kish. With special reference to the conclusions reached in 1928-29", in Journal of The Royal Central Asian Society, vol. 17, issue 3, pp. 291-300, 1930
  12. ^ Henry Field, "Ancient Wheat and Barley from Kish Mesopotamia", American Anthropologist, New Series, vol. 34, no. 2, pp. 303-309, 1932
  13. ^ L. H. Dudley Buxton and D. Talbot Rice, "Report on the Human Remains Found at Kish", The Journal of the Royal Anthropological Institute of Great Britain and Ireland, vol. 61, pp. 57-119, 1931
  14. ^ K. Matsumoto, "Preliminary Report on the Excavations at Kish/Hursagkalama 1988–1989", al-Rāfidan 12, pp. 261-307, 1991
  15. ^ K. Matsumoto and H. Oguchi, Excavations at Kish, 2000, al-Rāfidan, vol. 23, pp. 1-16, 2002
  16. ^ K. Matsumoto and H. Oguchi, "News from Kish: The 2001 Japanese Work", al-Rāfidan, vol. 25, pp. 1-8, 2004

Bibliografia

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