Proteste studentesche in Iran del luglio 1999

Le Proteste studentesche del luglio 1999 furono una serie di manifestazioni in Iran che causarono un numero imprecisato di morti (da 1 a 5)[1][2] e arresti (1200-1500), dal 7 al 13 luglio.[3][4][5][6]

Le cause sono da ricercare principalmente nella chiusura da parte delle autorità iraniane del quotidiano di impronta riformista Salam, censurato il 6 luglio.[7]

Migliaia di studenti universitari scesero in piazza a Teheran per protestare contro la censura (che aveva colpito, e avrebbe colpito successivamente, diversi altri soggetti giornalistici e politici).[7][8] [9] Al rifiuto degli studenti di tornare alle loro classi e nei dormitori, vi fu una escalation di violenza. I testimoni oculari ricordano ancora giovani uomini e donne rinchiusi dentro gabbie montate sui furgoni diretti verso le carceri.[7]

Il capo della polizia Mohammad Baqer Qalibaf, il generale Qasem Soleimani e altri 14 ufficiali scrissero una lettera al presidente riformista Mohammad Khatami, avvertendo che avrebbero aperto il fuoco contro gli studenti se non avessero fermato la loro protesta.[7]

Il principale attacco contro gli studenti ebbe luogo in un dormitorio della Amir Abad Avenue a Teheran. La polizia attaccò gli studenti nel cuore della notte, gettando diversi di loro dai piani alti dell'edificio.[7] Le forze dell'ordine diedero inoltre fuoco alle stanze del dormitorio e distrussero gli effetti personali degli studenti.[7] Il cortile del dormitorio si riempì così di corpi feriti o senza vita.[7] Il presidente Khatami si rifiutò di sostenere gli studenti, che descrisse come "un insulto al sistema e ai suoi valori." Fu un importante punto di rottura tra i riformisti di governo e gli studenti.[7] [10][11]

Note

Voci correlate

Altri progetti