Sesto Furio Medullino Fuso
Sesto Furio Medullino Fuso | |
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Console della Repubblica romana | |
Nome originale | Sextus Furius Medullinus Fusus |
Gens | Furia |
Consolato | 488 a.C. |
Sesto Furio Medullino Fuso (in latino Sextus Furius Medullinus Fusus; ... – ...; fl. V secolo a.C.) è stato un politico romano del V secolo a.C.
Biografia
Sesto Furio apparteneva alla gens Furia, una delle famiglie patrizie più antiche e nobili di Roma, che si ritiene originaria di Tusculum, come attestano numerose iscrizioni tombali trovate.[1] Fu il primo membro della gens a essere eletto console nel 488 a.C., con Spurio Nauzio Rutilo per collega.[2] Durante il loro consolato Roma fu assediata dai Volsci, condotti da Coriolano, che era stato in precedenza esiliato da Roma, e da Attio Tullio.[3] I consoli approntarono la difesa della città, ma i plebei li implorarono di ricercare la pace. Il Senato inviò allora una delegazione, composta da cinque ex-consoli, Marco Minucio Augurino, Postumio Cominio Aurunco, Spurio Larcio, Publio Pinario Mamercino Rufo e Quinto Sulpicio Camerino Cornuto[4] presso le Fossae Cluiliae, una località a cinque miglia da Roma dove Coriolano aveva posto il suo accampamento.[3]
Marco Minucio, che durante il suo consolato si era opposto fermamente all'esilio di Coriolano, parlò anche a nome degli altri per perorare la pace,[5] ma il suo lungo discorso non riuscì a far desistere Coriolano dal proposito di distruggere Roma: il generale ribatté duramente,[6] congedando quindi gli ambasciatori. Anche un loro secondo tentativo, quando Coriolano neppure li ammise all'interno del campo, fallì, né miglior sorte ebbero dei sacerdoti venuti all'accampamento a supplicare il generale.[3] In seguito Coriolano venne raggiunto dalla madre Veturia e dalla moglie Volumnia che lo convinsero a interrompere l'assedio e a ritirarsi.[7]
Note
- ^ (EN) William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, Vol. II, p. 190.
- ^ Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, Libro VIII, 16.
- ^ a b c Tito Livio, Ab Urbe condita libri, Libro II, 39.
- ^ Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, Libro VIII, 22.
- ^ Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, Libro VIII, 23-28.
- ^ Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, Libro VIII, 29-35.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, Libro II, 40.
Bibliografia
- Fonti primarie
- Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, Libro VIII.
- Tito Livio, Ab Urbe condita libri, Libro II.
- Fonti secondarie
- (EN) William Smith (a cura di), Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1870.
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Antichità romane, Libri VIII - XX
- (LA) Ab Urbe condita libri, Libro II, su thelatinlibrary.com.