Tom Vilsack

Tom Vilsack

30º e 32º Segretario dell'Agricoltura
In carica
Inizio mandato23 febbraio 2021
PresidenteJoe Biden
PredecessoreSonny Perdue

Durata mandato21 gennaio 2009 –
13 gennaio 2017
PresidenteBarack Obama
PredecessoreEd Schafer
SuccessoreSonny Perdue

40º Governatore dell'Iowa
Durata mandato15 gennaio 1999 –
12 gennaio 2007
PredecessoreTerry Branstad
SuccessoreChet Culver

Dati generali
Partito politicoDemocratico
Titolo di studiobachelor
UniversitàHamilton College, Albany Law School e Shady Side Academy
FirmaFirma di Tom Vilsack

Thomas James "Tom" Vilsack (Pittsburgh, 13 dicembre 1950) è un politico statunitense, segretario dell'agricoltura dal 2009 al 2017 durante la presidenza Obama e nuovamente a partire dal 2021 nella presidenza Biden.

Biografia

Poco dopo la sua nascita venne abbandonato dai suoi genitori naturali (come accaduto anche a Bill Clinton, Nancy Reagan e Gerald Ford) in un orfanotrofio, da cui nel 1951 venne prelevato da Bud e Dolly Vilsack, che lo adottarono. Dopo essersi laureato in giurisprudenza all'Hamilton College si è stabilito a Mount Pleasant, dove risiede con la moglie Ann Christine "Christie" Bell ed i figli Jess e Doug.

La sua carriera politica cominciò nel 1979, quando venne eletto consigliere comunale di Mount Pleasant tra le file del Partito Democratico; nel 1981 fu assessore alla sanità mentre dal 1984 fu vicesindaco: quando nel 1987 il primo cittadino Ed King venne assassinato, Tom Vilsack gli succedette nell'incarico per cinque anni. Dal 1992 al 1998 fu membro del Senato federale dell'Iowa, in cui occupò soprattutto di salute pubblica.

Nel 1998 si candidò come governatore dell'Iowa e sconfisse il candidato repubblicano Jim Ross Lightfoot; Vilsack prese possesso delle sue funzioni il 15 gennaio 1999 e le mantenne fino al 12 gennaio 2007: egli infatti fu ricandidato alle elezioni governative del 2002 (in cui ottenne il successo con il 52,3% dei voti) ma decise di non presentarsi per un terzo mandato. Nel 2004, secondo alcuni politologi statunitensi, John Kerry pensò a lui per il ruolo di vicepresidente degli Stati Uniti.

Il 9 novembre 2006 Tom Vilsack ha annunciato la sua candidatura alle primarie presidenziali democratiche che si terranno nel 2008. Tuttavia il 23 febbraio 2007 si ritira dalla competizione a causa dei pochissimi fondi raccolti durante la campagna elettorale[1] ed ha assicurato il suo appoggio ad Hillary Clinton.[2]

Il 17 dicembre 2008 il presidente eletto Barack Obama lo ha nominato come segretario dell'agricoltura nella sua nuova amministrazione. Dopo aver ricevuto la fiducia del Senato americano, entra ufficialmente in carica il 21 gennaio 2009, restando in carica fino al 2017. Il 10 dicembre 2020 viene richiamato dal presidente eletto Joe Biden a ricoprire nuovamente la carica di segretario, entrando in carica il 23 febbraio 2021.

Critica

Tom Vilsack è stato soprannominato "Mr. Monsanto" in seguito all'accettazione di numerosi OGM (barbabietole da zucchero Roundup Ready della Monsanto, erba medica Roundup Ready della Monsanto7 , mais DroughtGard della Monsanto e molti altri) da parte del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti.[3]

Ex lobbista dell'industria lattiero-casearia, guadagnava un milione di dollari all'anno per questa attività. Nel 2016, Bernie Sanders, un democratico di sinistra, lo ha accusato di aver impedito l'adozione di una legge che richiede una rigorosa etichettatura degli OGM sui prodotti. È anche accusato di aver permesso ai macelli di pollame di sostituire gli ispettori statali con dipendenti pagati dalle loro aziende per monitorare la loro produzione.[4]

Note

  1. ^ Dal sito della CNN, su cnn.com.
  2. ^ Dal sito ufficiale di Vilsack Archiviato il 15 marzo 2007 in Internet Archive.
  3. ^ (EN) Back to the Future with Tom Mr. Monsanto Vilsack - Part I, su organicconsumers.org.
  4. ^ (EN) Alan Rappeport e Michael Corkery, Biden’s Choice of Vilsack for U.S.D.A. Raises Fears for Small Farmers, in The New York Times, 21 dicembre 2020.

Altri progetti

Collegamenti esterni

  • Sito ufficiale, su tomvilsack08.com. URL consultato l'8 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2012).
Controllo di autoritàVIAF (EN9668113 · ISNI (EN0000 0000 5053 8424 · LCCN (ENno2008137977 · GND (DE1183954336 · J9U (ENHE987007339059705171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2008137977