Trattato per la proibizione delle armi nucleari
Trattato sul divieto delle armi nucleari (TPAN)(TPNW) | |
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Stati che hanno ratificato il trattato Stati che hanno firmato il trattato | |
Tipo | trattato multilaterale aperto |
Firma | 20 settembre 2017 |
Luogo | New York, Stati Uniti d'America |
Efficacia | 22 gennaio 2021, 90 giorni dopo il deposito del cinquantesimo strumento di ratifica |
Condizioni | ratifica di 50 Stati |
Scadenza | Il presente trattato è di durata illimitata. |
Parti | 70[1] |
Firmatari | 93[1] |
Depositario | Segretario generale delle Nazioni Unite |
Lingue | arabo, cinese, francese, inglese, russo, spagnolo |
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Il trattato per la proibizione delle armi nucleari, o trattato per la proscrizione delle armi nucleari o trattato per la messa al bando delle armi nucleari, TPNW, è il primo trattato internazionale legalmente vincolante per la completa proibizione delle armi nucleari, rendendole illegali, in un percorso verso la loro completa eliminazione. È stato adottato da una conferenza delle Nazioni Unite il 7 luglio 2017, aperto alla firma a New York il 20 settembre 2017; entrata in vigore il 22 gennaio 2021, ovvero 90 giorni dopo la ratifica di almeno 50 stati.[2]
Storia
Secondo le istruzioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite adottate nel dicembre 2016,[3] i negoziati per il trattato sono iniziati presso le Nazioni Unite a New York nel marzo 2017 e sono proseguiti dal 15 giugno al 7 luglio 2017[4].
I paesi che hanno partecipato accreditati sono 129, 7 le organizzazioni internazionali tra le quali l'Unione europea e la Croce Rossa Internazionale, numerose le organizzazioni non governative (tra cui la International Campaign to Abolish Nuclear Weapons). Dei 195 Stati potenziali partecipanti (193 membri dell'ONU, più lo Stato Vaticano e la Palestina), 66 non hanno partecipato formalmente ai negoziati. Tra questi si distinguono tutti gli stati con armi nucleari (Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan e Corea del Nord) e gli stati parte di alleanze militari che includono la deterrenza nucleare quali gli Stati della NATO (a eccezione dei Paesi Bassi), la Corea del Sud, il Giappone, l'Australia.[5]
Alla votazione sul testo finale del trattato, il 7 luglio 2017, hanno partecipato 124 paesi, con 122 voti a favore, un voto di astensione (Singapore) e un voto contrario (Paesi Bassi).[6]
In Italia il dibattito politico a seguito dell'approvazione del trattato si è svolto al Senato, il 18 luglio 2017[7], e alla Camera, il 24 luglio 2017.[8]
In base all'articolo 13, il trattato è stato aperto alla firma di tutti gli stati presso il quartier generale delle Nazioni Unite a New York il 20 settembre 2017. Tra il 20 e il 22 settembre è stato firmato da 53 stati, tre dei quali (Guyana, Santa Sede e Thailandia) l'hanno anche immediatamente ratificato.[1] In base all'articolo 15, entrerà in vigore 90 giorni dopo il deposito del cinquantesimo strumento di ratifica.
La campagna per l'adesione
Il 26 settembre 2019 è stato un giorno decisivo per il trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW): in una cerimonia di alto livello presso la sede delle Nazioni Unite a New York, 9 paesi hanno firmato e 5 ratificato il trattato, avvicinandolo ancora di più all’entrata in vigore.
Durante la cerimonia, che ha avuto luogo durante la Giornata internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari ed è stata ospitata da Stati che sono sostenitori da lungo tempo del Trattato, i presidenti e i ministri degli esteri si sono alzati in difesa di un mondo senza armi nucleari. Come ha affermato Tijjani Muhammad-Bande della Nigeria, neoeletto presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e primo relatore durante la cerimonia, oggi: “Lodiamo gli Stati che hanno aderito al TPNW e raccomandiamo a coloro che non lo hanno fatto di aderire a questa azione in difesa della vita.”
I paesi che hanno firmato il TPNW quel giorno furono: Botswana, Dominica, Grenada, Lesotho, Saint Kitts e Nevis, Tanzania, Zambia. Le Maldive e Trinidad e Tobago hanno entrambe firmato e ratificato il Trattato durante la cerimonia, e anche Bangladesh, Kiribati, Laos, Malta, Malesia, Tuvalu, Nauru, Giamaica e Honduras hanno presentato il loro strumento di ratifica.
Con il deposito della ratifica honduregna[9], il TPNW è arrivato a 84 firmatari e 50 Stati parti, per cui è in procinto di entrare in vigore per gli Stati parte, che sono un quarto della comunità internazionale. Il segretario generale António Guterres il 25 ottobre 2020 ha elogiato i 50 Stati e salutato il "lavoro fondamentale" della società civile nel facilitare i negoziati e spingere per la ratifica, come ha reso noto il portavoce dell'ONU Stephane Dujarric.
Note
- ^ a b c Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons, in United Nations Tretaty Collections.
- ^ Traduzione italiana del trattato a cura della Campagna Senzatomica e Rete Italiana Disarmo (PDF), su un.org. URL consultato il 25 luglio 2017.
- ^ UN General Assembly approves historic resolution Archiviato il 10 settembre 2019 in Internet Archive., ICAN, 23 December 2016
- ^ https://www.peacelink.it/disarmo/a/48102.html
- ^ (EN) United Nations Conference to Negotiate a Legally Binding Instrument to Prohibit Nuclear Weapons, Leading Towards their Total Elimination, 27 April to 22 May 2015, su un.org. URL consultato il 7 luglio 2017.
- ^ United Nations conference to negotiate a legally-binding instrument to prohibit nuclear weapons: Second session (PDF), su s3.amazonaws.com.
- ^ Senato della Repubblica - Risolutore di URN, su senato.it. URL consultato il 25 luglio 2017.
- ^ Camera.it - XVII Legislatura - Lavori - Resoconti Assemblea - Dettaglio sedute, su camera.it. URL consultato il 25 luglio 2017.
- ^ Nuclear weapons treaty: Campaigners hail new era for nuclear disarmament, BBC news, 25 ottobre 2020.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su trattato per la proibizione delle armi nucleari
Collegamenti esterni
- serenoregis.org, http://serenoregis.org/2019/05/06/ican-rapporto-sulle-aziende-che-producono-armi-nucleari/ .
Controllo di autorità | VIAF (EN) 2951156497226117740006 · LCCN (EN) n2019018047 · GND (DE) 1191776115 · J9U (EN, HE) 987009957536505171 |
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