Malattia di McArdle

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Malattia di McArdle
Specialitàendocrinologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM271.0
OMIM232600
MeSHD006012
MedlinePlus000329
eMedicine119777
GeneReviewsPanoramica
Eponimi
Brian McArdle

Per malattia di McArdle, in campo medico, si intende una malattia di accumulo di glicogeno (tipo V). La malattia si trasmette come carattere autosomico recessivo, il gene mutato è localizzato nel cromosoma 11 e codifica per l'enzima glicogeno-fosforilasi coinvolto nella glicogenolisi. Questo enzima è muscolo-specifico pertanto gli altri tessuti non sono interessati dalla patologia. L'impossibilità ad utilizzare il glicogeno porta ad una riduzione della disponibilità di energia per le cellule muscolari durante lo sforzo fisico, specialmente nelle prime fasi dello sforzo e in caso di esercizi isometrici o strenui.

Eponimia

La malattia è stata scoperta nel 1951 dal medico inglese Brian McArdle (1911 - 2002)[1].

Sintomatologia

Fra i sintomi e i segni clinici ritroviamo dolore, crampi muscolari, miopatia accentuati dopo esercizio fisico, mioglobinuria, ipostenia. La sintomatotologia caratteristica include il fenomeno "second wind" (secondo vento) cioè la rapida comparsa di esaurimento muscolare e dolore muscolare con il primo sforzo fisico ma, dopo un periodo di pochi minuti di riposo vi è scomparsa del dolore e la capacità di effettuare uno sforzo più prolungato senza più sintomi; questo fenomeno è dovuto al cambiamento di metabolismo che si ha con il prolungarsi dello sforzo, con l'inizio dell'utilizzo degli acidi grassi come fonte di energia (invece degli zuccheri).

Note

  1. ^ (EN) Ole Daniel Enersen, Malattia di McArdle, in Who Named It?.

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti